Open Banking e tesoreria – una collaborazione perfetta
Open Banking e tesoreria – una collaborazione perfetta

Open Banking e tesoreria – una collaborazione perfetta

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Cos’è l’Open Banking?

La Payment Services Directive 2 ha aperto nuove opportunità in ambito Fintech, tali opportunità vanno sotto il nome di Open Banking. Ma, prima di vedere come la tesoreria possa beneficiarne, cerchiamo di capire in dettaglio cosa sia l’Open Banking. Gli obiettivi principali del PSD2 erano: contribuire alla diffusione di soluzioni digitali ed aumentare la competizione nel mondo Finance.

Questo è possibile grazie all’obbligo stabilito per le banche europee ad aprire le proprie API (Application Program Interface) a società terze del settore fintech (tecnologia applicata alla finanza) e ad altre aziende che si occupano di prodotti e servizi finanziari. Quando l’API provider è diverso rispetto alla banca in cui l’utente detiene il proprio conto o servizio di pagamento – come nel caso delle Fintech – parliamo di Third Party Provider (TTP).  In sostanza l’apertura delle API implica che i TTP (Third Party Providers) possano avere accesso ai dati degli istituti bancari, dietro consenso del cliente finale.

Si aprono quindi nuovi scenari ed un nuovo modo di fare banca, più aperto, più accessibile, più facile per le imprese clienti.

Purtroppo, ad oggi, non tutti gli istituti di credito sono pronti a rispondere in modo puntuale alle richieste di dati delle aziende. Questo e i prossimi anni che vedranno le banche impegnate alle richieste delle imprese loro clienti.

 

I nostri dati sono sicuri in questo sistema “aperto”?

Il PDS2 aveva anche un altro obiettivo, ovvero la sicurezza. La conditio sine qua non dell’Open Banking è che solo le aziende coinvolte ed autorizzate possano visualizzare i dati coinvolti. La Cyber Security in questo momento è un’emergenza per tutte le aziende. Oggi il cyber crimine è il secondo business più redditizio al mondo, preceduto solamente dal traffico di droga e, a differenza di quest’ultimo, chi delinque corre un rischio davvero basso di essere arrestato e processato. Negli ultimi 30 anni infatti, le aziende italiane, in particolare le aziende manifatturiere, hanno scelto di lavorare con architetture open, facili da usare ed economiche. Ma, dal 2019, molte aziende hanno subito attacchi digitali, prevalentemente sotto forma di ransomware (un tipo di attacco con lo scopo di bloccare i dati aziendali per avere un riscatto). Non si è trattato solo di piccole realtà, bensì di grandi nomi come Bonfiglioli Riduttori, Campari, Luxottica. Tali attacchi sono molto pericolosi perché, oggi, un’azienda che dovesse perdere i propri dati perderebbe il proprio business.

Un altro tipo di attacco frequente permette di modificare i testi delle mail in ingresso, andando a modificare informazioni vitali come, ad esempio, gli IBAN di pagamento.

La parola “open”, nella definizione di “open banking”, in questo caso sembra essere un ossimoro, perché indica un passaggio di dati in modo aperto, accessibile, mente stiamo parlando di dati estremamente riservati. Fortunatamente oggi ci sono tecnologie che consentono di trasmettere questi dati in totale sicurezza. Il PDS2 infatti ha tracciato le linee guida per più sicuri i sistemi di pagamento elettronici a disposizione di tutti i cittadini europei. L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha supervisionato la standardizzare delle linee guida per l’autenticazione “forte” (Strong Customer Authentication), delle modalità di comunicazione comuni e sicure (Common Secure Communication) e dell’introduzione di nuovi  intermediari tra i clienti e le loro banche (Account Service Payment Service Providers). L’autenticazione forte richiede che i tutti pagamenti online vengano autorizzati tramite almeno due elementi di autenticazione tra i seguenti: un oggetto posseduto esclusivamente dal cliente (ad esempio lo smartphone), una caratteristica fisica dell’utente (come l’impronta digitale) o un’informazione nota solo al cliente (come una password).

Questo approccio ha permesso di rendere molto più sicuri i passaggi di dati da e per gli istituti finanziari, garantendo alle imprese un livello di sicurezza in più per la gestione dei propri conti correnti.

 

I vantaggi per le imprese

Per le aziende, i vantaggi dell’Open Banking sono la possibilità di avere accesso ad una totalità di informazioni finanziarie, anche se distribuite tra più istituti di credito, attraverso un’unica piattaforma. Questo vale anche per i gruppi che hanno rapporti bancari anche all’estero, specialmente in Europa.

Quali saranno i vantaggi dell’open banking?

  • Avere sotto controllo tutti i propri conti correnti attraverso un singolo sistema che permetta l’aggregazione dei dati
  • Automatizzare i pagamenti ricorrenti ed i pagamenti istantanei in modo facile e veloce
  • La possibilità di confrontare su un’unica piattaforma le spese bancarie dei diversi istituti, in modo da ottenere importanti risparmi
  • La possibilità di verificare la correttezza dell’IBAN confrontandolo con l’intestatario, opzione che andrà a sostituire il semplice check della correttezza dello stesso
  • La gestione delle deleghe bancarie e dei poteri di firma
  • Controlli e sicurezza delle disposizioni bancarie
  • Servizi di digital identity e digital onboarding
  • Visione degli utilizzi delle linee di credito con verifica degli spazi e controllo centralizzato dei rischi
  • Riconciliazione delle fatture attraverso l’RPA – Robot Process Automation
  • Predisposizione di scadenziari per poter anticipare gli eventi

L’open banking era un’innovazione attesa da tempo e avrà l’effetto di supportare l’efficientamento finanziario aziendale. La possibilità di vedere tutti i conti tramite una sola dashboard, anche quelli di finanziamento, i conti di smobilizzo di portafoglio e di anticipo fattura, che prima non venivano mostrati nei servizi di home banking, è un game changer. In un tessuto aziendale composto prevalentemente da PMI che presentano tensione di cassa e tensione di tesoreria è fondamentale avere le informazioni in tempo reale.

 

La ricerca di AITI

Secondo una ricerca svolta da AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, le aziende italiane si sono avvicinate con lentezza ai servizi di open banking. Nel 2020, prima del Covid 19, solo il 17% dei tesorieri intervistati aveva attivato un contratto per operazioni nel quadro dell’open banking. È stato il periodo del Covid 19 la vera spinta ad efficientare e snellire i processi aziendali e, per il 2021, erano moltissime le aziende ad aver adottato i nuovi sistemi.

AITI ha individuato 3 grandi vantaggi dell’open banking:

  • I dati sono scambiati in totale sicurezza
  • In questo nuovo inquadramento le banche sono costrette a cooperare e non solo a competere, aumentando i servizi a disposizione dei tesorieri
  • L’interoperabilità di piattaforme diverse che possono comunicare con lo stesso linguaggio.

Avere conti correnti e carte di pagamento attivi su una sola dashboard oggi è fondamentale perché consente di risparmiare tempo prezioso. L’interoperabilità permette di sviluppare applicazioni che analizzino il comportamento di spesa e abilitino le transazioni in tempo reale.

La questione della tracciabilità è fondamentale anche per quanto riguarda l’affidabilità creditizia, altrimenti detta credit scoring. Nel caso di una richiesta di prestito alle banche, la facilità di accesso ai dati consentirà di offrire l’accesso alla movimentazione del conto per analisi approfondite. Dal punto di vista della banca, avere accesso a queste informazioni può solo sveltire i tempi di delibera del prestito e permettere così ai tesorieri di mettere in sicurezza le casse aziendali.

L’Open Banking uno dei temi che verranno trattati nel prossimo Treasury and Finance Forum Day. Si tratta dell’evento più importante del calendario annuale di AITI che, quest’anno si svolgerà lunedì 12 settembre a Bologna. Sarà un importante momento di confronto per tutti gli operatori del settore.

 

L’Open Finance è dietro l’angolo

Ma l’open banking non deve essere considerato un punto di arrivo. Questo concetto infatti a breve sarà allargato al più ampio Open Finance. L’applicazione della teoria dell’Open Innovation al settore bancario ha portato a coniare il termine Open Banking. Ora che l’offerta di servizi finanziari non è più prerogativa dei soli istituti di credito ma può essere gestita anche da startup, retailer, BigTech, case automobilistiche, aziende di utility e da chiunque si proponga nel mondo finanziario e assicurativo, è giusto cambiare definizione. Infatti, se i servizi finanziari sono trattati indipendentemente dall’attore che li sta proponendo è più corretto parlare di Open Finance. Questa definizione è stata coniata dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano.

 

Tesoreria e Open Banking

Come Formula ci rivolgiamo ai C-level, con servizi per gestire la governance aziendale tramite la simulazione ed il controllo finanziario ed economico, in particolare con il nostro sistema di corporate treasury, ovvero i servizi necessari al tesoriere per interagire, tramite API, con il mondo bancario e quindi essere connesso con le fintech e con i plant delle aziende partecipate. L’Open Banking farà la parte del leone per quanto riguarda l’integrazione dello strumento di tesoreria con questi servizi.

Oggi il tesoriere ha bisogno di sapere in anticipo e in tempo reale cosa sta succedendo in azienda. Gli strumenti di ultima generazione come il nostro Treasury Management System dispongono di alert che avvisano il responsabile della tesoreria degli eventi che stanno per accadere, permettendogli così di intervenire in tempo.

Con Sage XRT Advanced e l’open banking i vantaggi sono:

  • La connessione globale, realizzata tramiti i moduli di communication e signature, che permette di avere un unico canale di comunicazione con le banche
  • La riservatezza e sicurezza dei dati che garantiscono un alto livello di cyber security
  • La gestione delle informazioni, il punto che maggiormente interessa i tesorieri, che consente di avere le informazioni in tempo reale in modo da poter governare gli eventi e mettere in pratica azioni a vantaggio dell’azienda. È inoltre possibile generare KPI e reportistica per gestire al meglio la tesoreria.

Scarica la brochure di Sage XRT Advanced per saperne di più.

 

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