La scelta di un ERP è oggi una delle decisioni più critiche per molte piccole e medie imprese italiane. Sempre più aziende si trovano a un bivio: investire in una piattaforma internazionale o optare per una soluzione Made in Italy?
Non esiste una risposta univoca. La valutazione va condotta considerando la struttura organizzativa, l’ambito operativo, le esigenze di scalabilità e, soprattutto, l’aderenza del sistema alle specificità della realtà italiana.
Le piattaforme internazionali sono pensate per supportare processi standardizzati a livello globale. Vantano architetture consolidate, aggiornamenti regolari, community estese e una ricca dotazione di funzionalità. Sono progettate per essere modulari, scalabili e adattabili a diversi settori.
Tuttavia, questa adattabilità ha un prezzo: la generalizzazione. Quando si entra nel merito dei processi tipici delle imprese italiane, le soluzioni internazionali spesso mostrano margini di rigidità. Alcune pratiche molto comuni nel nostro tessuto industriale non trovano rappresentazione nativa nei moduli standard e richiedono personalizzazioni complesse o add-on esterni, con relativi costi e criticità di integrazione.
Per comprendere le reali differenze tra un ERP internazionale e uno sviluppato per esigenze operative prettamente Made in Italy, è utile analizzare alcune esigenze funzionali ricorrenti nelle PMI italiane, spesso poco considerate dalle soluzioni standardizzate.
In Italia è molto diffusa la prassi del conto lavoro: un’azienda esternalizza parte delle lavorazioni a terzisti oppure, viceversa, produce per conto di terzi. Questo tipo di operazione necessita di una tracciabilità precisa dei materiali inviati e ricevuti, dei semilavorati restituiti, della rendicontazione delle lavorazioni. I gestionali internazionali, non avendo questa logica come base, spesso non coprono questi flussi senza interventi di personalizzazione.
Le catene di fornitura italiane si caratterizzano per logiche di approvvigionamento variegate, spesso legate a dinamiche settoriali o pratiche storiche. Calcolare i fabbisogni, determinare la frequenza degli ordini, gestire le modalità di liquidazione non è sempre semplice con strumenti costruiti su logiche internazionali più lineari. L’assenza di impostazioni sviluppate per il mercato italiano può portare a inefficienze operative.
Lo scadenzario clienti e fornitori, con la sua capacità di gestire pagamenti dilazionati, scadenze legate a milestone contrattuali, sconti finanziari e flussi incrociati, è un elemento chiave per molte PMI italiane. Un modulo troppo semplificato o pensato per modelli esteri può non rispondere alle esigenze reali di cassa e credito dell’impresa.
Molte imprese italiane utilizzano strumenti verticali o add-on specializzati (come per la gestione delle accise, della fatturazione elettronica, dei rapporti con la pubblica amministrazione). Integrazioni con software internazionali possono rivelarsi onerose e, in alcuni casi, solo parzialmente compatibili. Un ERP sviluppato in Italia è spesso progettato per interoperare nativamente con questi strumenti.
I software italiani nascono da una profonda comprensione del tessuto economico nazionale, sono progettati per essere vicini alle esigenze normative, fiscali e operative delle imprese locali. Offrono funzionalità costruite su processi reali, sviluppati nel tempo a stretto contatto con le aziende.
L’approccio, in questo caso, non è quello dell’adattamento a posteriori, ma della progettazione nativa; questo permette maggiore immediatezza nell’implementazione, minori necessità di personalizzazione e una curva di apprendimento più lineare.
Inoltre, i sistemi ERP come DUE sono costruiti per essere supportati anche su piattaforme solide come IBM Power, ancora oggi molto diffuse in ambito enterprise per la loro affidabilità, sicurezza e performance. Questo connubio tra solidità infrastrutturale e profonda copertura funzionale rappresenta un valore distintivo.
Un ulteriore aspetto da considerare è quello normativo e per certi versi culturale. L’Italia ha un sistema fiscale e amministrativo articolato, soggetto a frequenti aggiornamenti e con caratteristiche peculiari. Un ERP italiano è tipicamente aggiornato in tempi più rapidi e con maggiore precisione alle variazioni normative, riducendo il rischio di non conformità.
La vicinanza del fornitore, la disponibilità di supporto in lingua italiana e la possibilità di dialogare con team di sviluppo locali contribuiscono a una relazione più efficiente e reattiva, soprattutto in fase di implementazione e manutenzione evolutiva.
L’adozione di un software internazionale resta un’opzione strategica e valida nei casi in cui l’azienda:
In questi casi, la copertura globale e l’integrazione con piattaforme internazionali può rappresentare un vantaggio competitivo importante.
Una variabile determinante nella scelta del sistema ERP – e spesso trascurata – riguarda il partner a cui affidare l’integrazione. Al di là della piattaforma, è fondamentale valutare un fornitore che possieda competenze solide, conoscenza approfondita dei processi aziendali e capacità di supportare l’impresa anche dopo il go-live.
I criteri chiave nella selezione includono
Scegliere un ERP internazionale o uno Made in Italy? Questa valutazione è guidata da un’analisi razionale dei processi interni, degli obiettivi strategici e delle condizioni operative.
Per le PMI italiane che operano esclusivamente sul mercato domestico, con esigenze funzionali legate alla produzione, all’approvvigionamento e alla normativa locale, sistemi erp sviluppati in Italia possono rappresentare la scelta più efficace in termini di aderenza, efficienza e continuità.
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